Il baratto del nuovo millennio? Si fa con la moneta elettronica. Superare la crisi economica, fare acquisti senza euro, riuscire ad ampliare la propria quota di mercato e ottenere crediti a tasso zero. Non è una missione impossibile, ma l’opportunità offerta da Sardex.net, circuito di credito commerciale che si basa su un innovativo mezzo di pagamento: la moneta complementare locale. Conio che permette alle imprese di comprare e vendere senza spendere euro. Chi si associa ha la possibilità di scambiarsi prodotti che il mercato non riuscirebbe ad assorbire. I pagamenti vengono effettuati in crediti sardex. Un sistema che può affiancarsi a quello tradizionale, dando ossigeno a chi non ha liquidità in cassa.
In questo modo si evitano anche i costi che derivano dall’invenduto. Altri vantaggi: le aziende sono incentivate a fare affari tra loro incrementando il Sardex mercato locale, hanno a disposizione un portale on-line dove “mettere in vetrina” la propria attività più un conto e una carta in crediti commerciali e, infine, possono avvalersi dell’aiuto di un broker. Non esistono banconote sardex, perché si tratta di una moneta riconosciuta solo dalle imprese che si associano al circuito. Un sardex vale un euro, e su questo valore si effettuano le transazioni. I crediti però non sono convertibili in denaro corrente ma solo in prodotti. Quindi se si accumula un attivo di mille sardex non si può pretendere di cambiarli in euro. Si possono solo fare acquisti in prodotti dallo stesso valore.
Un po’ come il baratto? «Non esattamente», precisa Gabriele Littera, 26 anni, presidente del cda e responsabile marketing: «Faccio un esempio: con il baratto, un produttore di uova non potrebbe ottenere un cavallo dal valore di duemila euro solo scambiando la sua merce. Quante uova ci vorrebbero? Altra differenza fondamentale è la multilateralità, che non è prevista dal baratto». Quindi, l’ipotetico produttore di uova potrebbe acquistare un cavallo andando a meno duemila sardex: un passivo che compenserebbe cedendo uova per duemila euro a più imprese che ne hanno bisogno. Così come il proprietario degli animali spenderebbe i suoi duemila Sardex di attivo, acquistando qualsiasi altra cosa. Inoltre questo tipo di scambio prevede la multitemporalità: è possibile riscuotere il proprio credito o estinguere il proprio debito in una fase successiva a quella della Il Sardex a battesimo in Sardegnavendita. Tutte le operazioni fatte tramite il circuito Sardex.net sono fatturabili ed entrano nelle voci di bilancio.
E Bankitalia che dice? «Non entra nella partita, perché sono le imprese a farsi credito tra loro», spiega Littera a “Sardinia Innovation”. Sardex è supportato legalmente dal regolamento interno e dai contratti di affiliazione, firmati e approvati da ciascuna impresa associata. La base legale è quella regolata dal Codice civile, articolo 1552. Tra i clienti “L’Unione Sarda”. Sardex nasce nel 2009 ma comincia a muovere i primi passi nel gennaio 2010. «L’inizio non è stato facile, era necessario che le aziende iniziassero a fare affari tra loro per mettere in moto il meccanismo», racconta Littera. Attualmente, Sardex vanta 400 imprese iscritte e un fatturato in crescita continua. Gli euro entrano in tre occasioni: con la quota d’iscrizione, con quella annuale e con Una conferenza di presentazione del Sardex la commissione sulle transazioni.
«Quello che ci interessa davvero non è tanto guadagnare molto, quanto correggere le storture dell’economia reale», sottolinea il presidente di Sardex, che ha già cinque dipendenti a tempo indeterminato e cinque da stabilizzare. Ci si può associare al circuito solo se si opera in Sardegna. Sono escluse le farmaceutiche, le finanziarie e le rivendite di armi. Il circuito Sardex è ora al centro dell’interesse dell’università di Cagliari e persino del governo dell’Ecuador: il presidente Rafael Correa, che ha rinegoziato il debito con le autorità internazionali, a spedito proprio a Cagliari il governatore della banca centrale ecuadoregna per studiare il modello Sardex, che sarà presto esportato anche nel resto d’Italia. Formula vincente: «Abbiamo un solo interesse: far sì che centinaia di imprese si sostengano a vicenda, a tasso zero».
All’interno del Circuito le imprese ed i professionisti applicano gli stessi prezzi di vendita che applicano normalmente ai loro clienti che pagano in moneta corrente. Cambia solo il mezzo di pagamento, ma non il prezzo.
Ovviamente se un’azienda è fuori mercato rischierà di non vendere i suoi prodotti anche se acquistabili in crediti.
fonte : Libreidee.org
3 commenti:
Secondo me questo è il futuro!
E’ da pochi anni che ho conosciuto la Sardegna e l’ho subito amata.
Ma adesso con questo modello sento di amarla ancora di più! Spero che questo modello sia esportato in tutta Italia!
E’ limitativo tenerlo solo in Sardegna!
I
Vorrei segnalare l’analoga iniziativa di Arcipelago SCEC. grazie
rrssp
Mi chiedo, come vengano quotati i prodotti messi nel circuito..nel senso che non si capisce quale sia la fonte che deve dare un prezzo ad un prodotto e come questi, vengano a loro volta quotati..si fa riferimento a prezzi al dettaglio del mercato, ai prezzi delle grosse catene di vendita o dei singoli mercati rionali..oppure ognuno sulla fiducia dell’altro socio che produce e decide il prezzo, rischiando anche un discorso di concorrenza che come spesso accade (se ben usato) riduce il costo delle cose alla vendita??..
Fab
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