giovedì 24 maggio 2012

Chi uccise i Neanderthal ?

Premessa TSM :  Postiamo questo articolo storico scientifico per instillarVi un dubbio, per stimolarvi al ragionamento. Le conoscenze Storiche sulla  Pre-Historia sono in parte scientifiche e molto ipotetiche, si perchè oltre al fatto del paragone e dell'esame del C 14, tutto il resto sono supposizioni, non esistendo alcuna testimonianza dell'epoca e nessuno ancora viaggia nel tempo..
Il quesito che vi ponimo è questo : se il "Neanderthal com il Cro Magnon" erano specie/razze precedenti l'homo sapiens e si sono evoluti fino al punto di produrre utensili di certo non saranno stati 10 esemplari  ma migliaia se non centinia di migliaia per singola specie  sul pianeta. Allora, perchè ne troviamo solo alcuni esemplari per specie ? Non è che Cro Magnon e Neanderthal non sono null'altro che ..


articolo :





La scomparsa dell'Uomo di Neanderthal solleva fin dalla scoperta dei primi scheletri di questa razza evoluta parallela alla nostra inquietanti interrogativi. Fu davvero il Crô-Magnon il responsabile di questo genocidio?

Un'ombra infamante sembra aleggiare sull'Uomo, almeno da quando, nella seconda metà del XIX Secolo, furono scoperti i primi resti dell'Uomo di Neanderthal. Un essere umano a tutti gli effetti, più forte, più robusto, più intelligente dei nostri antenati: un particolare tipo umano che abitava l'Europa e l'Asia in un periodo compreso tra i 380mila e i 24mila anni fa. Una specie più antica della nostra attuale, l'Homo Sapiens Sapiens, che convisse con la stirpe degli uomini detti di Crô-Magnon, caratterizzati da una struttura fisica e mentale moderna, per almeno diecimila anni. La nostra specie comparve, secondo i paleoantropologi, circa 200mila anni fa in Africa e si differenziava nettamente dalla già esistente specie dei Neanderthaliani per alcune caratteristiche fisiche minori ma comunque significative. La forma del cranio, alcune ossa disposte in modo diverso, particolari anatomici differenti hanno fatto ritenere agli scienziati che il Neanderthal fosse una specie a parte dalla nostra e in parte è così. Ma poiché oggi di questo abitante del Pleistocene non vi è traccia, sparendo misteriosamente a partire da circa 30mila anni fa, resta l'interrogativo di che fine abbia fatto. La convivenza con il Sapiens di Crô-Magnon, che iniziò ad abitare l'Eurasia proprio in quel periodo, può in qualche modo averne segnato la fine? Gli indizi in merito di una "colpa" umana relativa all'estinzione di questi nostri fratelli evoluti esistono e sono tanti, ma nessuno pare essere decisivo. E non è una questione da poco, perché se la nostra specie avesse distrutto un'altra cultura per molti aspetti superiore alla nostra, avremmo nella coscienza collettiva una macchia difficile da cancellare. Ma fu veramente l'Uomo a uccidere i Neanderthal? E se non è così, chi fu l'assassino genocida della prima specie evoluta e civilizzata esistente su questo pianeta?Parlare di civilizzazione certo pare essere eccessivo, perché i Neanderthal non ci hanno lasciato città o scrittura o miti. Non abbiamo neppure la certezza che avessero coscienza di se stessi come specie autonoma, di essere un popolo. Ma queste considerazioni riflettono l'enorme razzismo che fin dalla scoperta del primo teschio ad opera del paleontologo Johann Fuhlrott nel 1856 (avvenuta in una grotta di Feldhofer nella valle di Neander in Germania, nella zona di Düsserdorf) attanagliano gli studi in merito questi uomini. 
E dall'800 ad oggi il pregiudizio è duro a morire: si è detto che questi umani non erano umani ma cannibali mostruosi, che si nutrivano dei loro stessi bambini, che non sapevano parlare e non avevano un linguaggio, che mangiavano carne cruda perché non conoscevano il fuoco e altre amenità. Più recentemente, quando si è attribuito ai Neanderthal un ampio novero di facoltà intellettive, c'era sempre chi metteva in dubbio queste capacità, ad esempio "sapevano parlare, sì, ma come un bimbo di cinque anni". Ancor oggi di tanto in tanto emergono studi che tendono sempre, a nostro avviso in cattiva fede, a sminuire la statura dei nostri predecessori. 
Ma per fortuna emergono anche ricerche condotte in modo più neutrale che non svalutano le conoscenze dei Neanderthal, ma realizzano scoperte sconvolgenti sulle loro caratteristiche fisiche e le loro capacità. Ad esempio la notizia, datata 30 dicembre 2008, in cui un gruppo di ricercatori spagnoli del Csic, il Consiglio nazionale delle ricerche, che attraverso il Dna di alcuni fossili di due Homo Neanderthalensis datati 200mila anni fa e trovati nella caverna di El Sidron, nelle Asturie, ha identificato il tipo di sangue che scorreva nelle loro vene. Come gli umani primigeni, anche i Neanderthal possedevano un sangue di Tipo 0, ossia caratteristico di popolazioni particolarmente atte alla digestione di carne e prodotti della caccia. In un certo senso era prevedibile che un'etnia di cacciatori potesse avere delle caratteristiche simili a quelle che oggi analogamente sono tipiche di esseri umani che si procurano il cibo allo stesso modo, come ad esempio i Boscimani, i Pigmei, gli Eschimesi e tutti i Nativi Americani dall'Alaska alla Patagonia. Il sistema immunitario era forte e reattivo, in grado di distruggere qualunque aggressivo biologico, tanto germi patogeni quanto la benefica flora intestinale. 


(foto) I Neanderthal seppelivano i loro morti in posizione fetale, come per restituire alla Madre Terra i suoi figli defunti. Ciò implicava una fede nella reincarnazione e nei cicli vitali dell'Universo.

Il gruppo 0 si adatta male ai cambiamenti di dieta e di ambiente e predilige sempre i soliti cibi, richiedendo quindi una vita sostanzialmente stanziale. Per star bene l'organismo si deve sentire pieno di energia e quindi necessita di una grande quantità di carne, pesce, pochi tipi di verdure e di frutta, dimostrando una forte intolleranza sia verso i latticini che verso i legumi e i cereali.
Queste informazioni, ricavate attraverso il lavoro genetico degli studiosi spagnoli, ci dimostra già da queste poche frasi una caratteristica essenziale dei Neanderthal, in un certo senso assimilabili alle popolazioni cosiddette "primitive" umane, che trovavano nell'equilibrio con la Natura e con l'ambiente circostante la chiave della propria sopravvivenza. I Neanderthal perciò "naturalmente" svilupparono un'armonia con le creature che cacciavano, con la Natura e i ritmi stagionali, in modo diverso da quello dei nostri antenati pagani, legati maggiormente al ciclo estate-inverno perché legato all'agricoltura. Non vi sono divinità che risorgono ciclicamente, né una Madre Terra che nutre i suoi figli, ma il Dio e a Dea diventano gli stessi animali cacciati, in modo simile ai totem nordamericani. Nel totem relativo ad un animale specifico, facciamo l'esempio del bisonte, si rinviene un miscuglio di riverenza e utilitarismo, di spiritualità e di necessità. L'animale viene ucciso perché mangiandolo si può vivere, ma lo si rispetta, perché si sa che dalla sua fine potrebbe dipendere la sopravvivenza dell'intera specie. Non fu un caso che il declino delle popolazioni Native nordamericane, i c.d. Pellirosse, iniziò quando i coloni bianchi iniziarono a comprendere che l'uccisione delle sterminate mandrie di bisonti avrebbe ridotto drasticamente la prolificità delle tribù. Senza guerrieri, senza figli, i Nativi sarebbero stati costretti ad accettare la semi-schiavitù delle Riserve. L'esempio di Buffalo Bill, che si racconta nella sua vita abbia sparato un milione di proiettili contro i bisonti, in tal senso è esemplificativo. Quindi questo rispetto, questa venerazione verso le sue vittime e i nemici naturali dell'Uomo di Neanderthal lo portarono a sviluppare una religiosità manifestata attraverso forme artistiche enormemente superiori a quelle umane contemporanee. 


Come sostengono alcuni antropologi, è da notare come le più antiche pitture rupestri dell'Homo Sapiens Sapiens ritraggano individui stilizzati, schizzati nelle loro forme, come se non vi fosse una forma di autoconsapevolezza. Più tardi si iniziarono a dipingere, nelle grotte e nelle caverne, pitture che raffiguravano esseri umani deformi, bizzarri, quasi caricature. Anche quando si riproducono gli Dei, essi hanno fattezze strane, se non sconcertanti. Nelle pitture murali dei Neanderthal, invece si rinviene una precisione delle forme, un'abilità artistica definibile come "impressionista", capaci com'erano di riprodurre in maniera precisa tanto se stessi, le forme umane, quanto gli animali che cacciavano. Una precisione pittorica raggiunta poi dagli esseri umani solo intorno al 35mila BCE, con i primi esempi rupestri del tipo rinvenibile ad Altamira, Lascaux e così via. Settantamila anni di differenza tra i graffiti caricaturali dell'Uomo di Combe-Capelle, la razza si Sapiens Sapiens di quel tempo, e la grazia armoniosa delle creazioni di artisti sublimi come quei Crô-Magnon che forse poterono imparare dai loro vicini Neanderthal la tecnica visiva. Le due specie convissero in Europa per oltre 10mila anni e il livello tecnologico iniziale era a vantaggio senza dubbio dei Neanderthal. La professoressa M.Eren, dell'Università di Exeter, in Gran Bretagna, spiega che "Quando pensiamo ai Neanderthal, dobbiamo finirla di farlo in termini di 'stupido' o 'meno avanzato' e più in termini di 'differente'. […]

 Anzi, in alcune situazioni l'uso degli utensili a forma di lama [dei Neanderthal] era superiore a quelli a forma di scaglia [dell'Homo Sapiens]". Del resto, la capacità cranica dei neanderthaliani era superiore in media di circa il 10% rispetto a quella umana, andando dai 1200 ai 1750 cm³. 
Il che implicava una maggiore capacità di razionalizzazione e al contempo una grande capacità artistica "matematica" e non è un caso che si siano trovati strumenti musicali a fiato realizzati in osso o corno dai Neanderthal: come il flauto rinvenuto in Slovenia, perfettamente intonato con quattro note della scala diatonica greca! A nostro avviso è chiaro che tanto, molto di questi vicini di casa sia stato trasmesso ai nostri antenati. In un'Europa coperta per metà dai ghiacci, è credibile che i Crô-Magnon abbiano sterminato senza pietà una popolazione spiritualmente più evoluta, più intelligente, più tecnologica della loro?

La robustezza dei neanderthaliani, la loro adattabilità all'ambiente non rende molto logica la possibilità di una guerra, di un genocidio, anche perché mancano i segni di queste battaglie, le armi, le ossa fracassate da lance umane con la punta in selce scheggiata che invece sono così presenti nei resti delle prede e dei nemici naturali come gli orsi delle caverne. E' chiaro che non vi fu uno scontro diretto con loro. E se tale scontro fosse stato economico? Le ipotesi più moderne parlano di una competizione economica tra una società basata esclusivamente sulla caccia per i neanderthaliani e una di tipo commerciale per i Crô-Magnon. Questa idea è stata proposta nel 2005 da J.Shogren, economista dell'Università del Wyoming. Al prof. Shogren vorremmo chiedere come mai parli di economia commerciale in un'epoca, il 30.000 anni fa, in cui secondo i suoi colleghi scienziati gli esseri umani erano cannibali semiprimitivi. Se esisteva una società organizzata a quei tempi (e probabilmente è così) non si comprende come potesse interagire così profondamente con quella dei neanderthaliani, poiché anche le culture moderne industriali non hanno avuto impatti completamente devastanti con le culture primitive-aborigene dei vari paesi conquistati ad esempio dalla Gran Bretagna imperiale coloniale. 
Non ci sembra che una civiltà commerciale debba necessariamente escludere l'altra venatoria, a meno che non esistesse un tale grado di estensione di questa cultura Crô-Magnon da poter essere considerata globale e assolutizzante, e non crediamo che fosse questo il caso. 

D'altronde, se non è una causa genetica, se non è una causa economica, allora perché i Neanderthal si sono estinti?

La domanda andrebbe girata. Siamo veramente sicuri che i Neanderthal si sono estinti? Non è possibile che il loro Dna sia confluito in quello umano moderno? A questo quesito la Scienza risponde no in modo categorico. Analisi condotte da scienziati americani, da tedeschi e svedesi presso il Max Plank Insitute di Leipzig, in Germania e da italiani, il gruppo di genetisti coordinati dal Prof. G.Barbujani del Dipartimento di Biologia dell'Università di Ferrara e da D.Caramelli, dell'Università di Firenze, sono espliciti nell'affermare che non esiste traccia di Dna neanderthaliano in quello umano. 

Anzi, le due specie differiscono per lo 0,5% (il che significa che il 99,5% del Dna è identico), un tasso di divergenza che indica che discendono da un antenato comune esistito 516mila anni fa e da allora si sono distinte geneticamente. Ulteriori ricerche, condotte da Edward Rubin del Lawrence National Laboratory di Berkeley in California, indicano che il genoma dei Neanderthal è simile al nostro al 99,9%. Una differenza di 0,1% può spiegare la nascita di una nuova specie? O invece si tratta solo ed esclusivamente di una razza distinta dalle caratteristiche estremizzate? Un gruppo di ricercatori coordinato da ETrinkaus della Washington University of Saint Louis, ha descritto il ritrovamento in Romania di resti fossili caratterizzati da una mescolanza dei tratti anatomici distintivi dell'uomo moderno e dei Neanderthal. "La stretta apertura del naso e gli archi sopraciliari poco sviluppati sono riconducibili alla nostra specie mentre la fronte sfuggente e la protuberanza occipitale richiamano al Neanderthal", afferma il prof. Trinkhaus. 
Le ossa, rinvenute presso Pestera Muierii, nel sud della Romania, sono state datate con il metodo del radiocarbonio: risalirebbero a 30 mila anni fa, e fanno il paio con i resti identificati a Vindija, in Croazia, datati fra 42mila e 38mila anni fa, che mostrano analogamente lineamenti più aggraziati di quelli dei Neanderthal classici. Una spiegazione potrebbe essere quella secondo cui questi Neanderthal si stavano ibridando con i Crô-Magnon presenti nella regione. Gli scavi hanno anche rivelato che i Neanderthal di Vindija stavano sviluppando metodi di fabbricazione di utensili in pietra del tutto simili a quelli delle tribù Sapiens Sapiens. Quindi pare dimostrabile l'esistenza di contatti, anche fisici, tra le due popolazioni. Sebbene qualcuno consideri i figli di Sapiens e Neanderthal come sterili (in pratica come i muli), non vi sono prove che lo fossero realmente e senza troppi traumi le due stirpi avrebbero potuto fondersi. Ma a nostro avviso esiste un fatto sconcertante e probabilmente risolutivo in questa controversia: il fatto che i Neanderthaliani, perlomeno in Europa, avessero i capelli rossi e una pelle molto bianca, analogamente ai Crô-Magnon che anche in tempi recenti sono caratterizzati da questi particolari. 
Tutte le popolazioni discendenti dai Crô-Magnon hanno capelli castano-rossicci, pelle molto bianca e caratteristiche minori come molti nei, lentiggini e così via. 
Non si tratta di un carattere fisico necessario in natura, anzi gli svantaggi dei fenotipi chiari sono maggiori di quelli scuri, ma evidentemente si tratta di un carattere tipico, legato a fattori ambientali non ancora conosciuti. Se in teoria i Crô-Magnon provenivano originariamente dall'Africa (e presumibilmente erano scuri), come questa particolare colorazione ha potuto divenire lo standard di questa stirpe? Secondo noi solo attraverso la trasmissione ereditaria di questa particolare modifica genetica dal Dna dei neanderthaliani. Una modifica di poco conto, per giunta recessiva e quindi non particolarmente rilevante per essere visibile dai genetisti moderni!
Ma la prova al momento più interessante la fornisce J.Hardy del National Human Genome Research Institute di Bethesda. Il prof. Hardy studia le mutazioni genetiche che provocano i cosiddetti "gomitoli neurofibrillari", caratteristici di alcune patologie neurodegenerative come ad esempio l'Alzehimer. Queste mutazioni colpiscono inspiegabilmente la sola popolazione caucasica e la causa più probabile è che qualcuno portatore della malattia l'abbia trasmessa agli antenati Crô-Magnon. La sola popolazione plausibile è quella dei Neanderthal, che evidentemente soffrivano in tempi antichissimi di queste patologie.
I Neanderthal dunque non si sono estinti: la soluzione più logica è che si sono mischiati con i Sapiens Sapiens, costituendo un nucleo umano uniforme. Le loro caratteristiche genetiche di quando in quando emergerebbe tra i nati. Chi non ha amici, parenti, conoscenti che assomigliano in modo impressionante a un neanderthaliano disegnato sui libri di preistoria? Sono le tracce della nosta eredità, il Dna dei nostri antenati che affiora, con la loro cultura e la loro sensibilità, dalle pieghe del nostro passato.
AGGIORNAMENTO
Un articolo della rivista scientifica Science pubblicato sul numero di maggio 2010 e diffuso con ampio risalto anche in Italia, rilancia la nostra tesi dell'ibridazione, ma non solo: aggiunge particolari eccezionali come il fatto che i Neanderthal erano intolleranti al lattosio e che l'alterazione di un loro gene provoca malattie mentali come la schizofrenia e l'autismo, che nella specie umana originaria non erano presenti. Nel contempo però i Neanderthal, a questo punto definibili tutti gli effetti nostri antenati, ci diedero un corpo di forte e robusto, un sistema immunitario migliore e una migliorata capacità di cicatrizzazione. 
L.R.

fonte : satorws.com

1 commento:

Anonimo ha detto...

in effetti qualche volta ci ho riflettuto a seguito di articoli su riviste scientifiche e documentari. Se realmente Neanderthal e Cro magnon fossero mai state delle "specie" o dele "razze" di ominidi precursori dell'homo sapiens ne sarebbero esistiti centinaia di migliaia o milioni ecc. come mai se ne trovano così pochi ? comincio a pensare che non sono nient'altro che prove genetiche precedenti all'"ottenimento" dell'Homo sapiens. Esperimenti ernetici molto avanzati insomma.

saluti
MMFMMXII