La Dolina dei Druidi ... alias Valle della Luna, alias Dolina delle Streghe, alias Tempio del Sole (ma anche Tempio della Luna), e ancora la Dolina delle Streghe, o, prosaicamente, la Dolina Rossoni.
Uno degli angoli più chiacchierati del Carso, per il velo di mistero che circonda le sue bizzarre costruzioni, ormai in rovina...
La Dolina... come la vogliamo chiamare? Per me, è sempre stata la Valle della Luna, e così mi piacerebbe continuare a chiamarla.... ma poichè ho scoperto che il suo vero nome sarebbe "Dolina dei Druidi", chiamiamola così, in rispetto del suo edificatore.
La Dolina dei Druidi si trova sul Carso ma non indicheremo dove trovarla qui sul web, indicheremo come trovarla a chi la cerca davvero, alle persone col giusto spirito.
Pochi metri, e sul bordo del sentiero cominciano le sorprese: tre grandi archi in pietra, seminascosti dalla vegetazione, ci indicano la porta verso un mondo suggestivo e mosterioso:
Più avanti, scendendo nella dolina lungo una strada che la percorre a spirale, intravediamo i resti di costruzioni dall'aspetto fantastico: archi, guglie, finestre che occhieggiano sul nulla, e steli in gran parte abbattute che sembrano sentinelle...
Sul fondo, i resti infranti di un grande tavolo di pietra, che un tempo era circondato da lunghe file di scranni e sedili, e da un trono maestoso.
Le rovine ci lasciano intuire un passato ancor più suggestivo;
Le ipotesi che sono girate nel corso degli anni sono le più varie e folli: scenografia per un film, tempio per messe nere, tempio nazista... beh, nulla di tutto ciò.
Effettivamente, dei riti ( che ovviamente chi è impermeato di preconcetti e ignoranza definisce come riti per il diavolo, ma solo chi è di fede cristiana o ebraica crede nell'esistenza del diavolo ) vi furono senz'altro celebrate: il rinvenimento sia pur sporadico di resti di candele nere, carcasse di polli ( grigliate di un gruppo di amici ?) e suppellettili varie lascia poco spazio a dubbi in proposito... ma non era certo nelle intenzioni del costruttore.
Come pure la dolina fu sede di moltissimi likoff: anche qui, il rinvenimento tutt'altro che sporadico di lattine di birra, di resti di falò e pantagrueliche grigliate non lascia proprio alcun spazio ad eventuali dubbi. Ma anche questo, non era nelle intenzioni del costruttore.
E quindi?
La spiegazione certa sulla sua origine ce la dà Dante Cannarella, in "Leggende del Carso Triestino" (ed. Italo Svevo, 2004). Dante Cannarella ci racconta che negli anni '50 un "commerciante triestino" acquistò un vasto appezzamento di terreno (quasi un centinaio di ettari), e fece edificare da un contadino del luogo le bizzarre costruzioni.
Il commerciante riteneva quel luogo abitato dall'antico popolo dei Druidi, guidati da un saggio re. Gli obelischi eretti lungo la strada erano i suoi guerrieri, trasformati in pietra. Il popolo dei Druidi si era nascosto nelle grotte, in attesa del giorno in cui gli uomini avranno finito di distruggersi a vicenda...
Quando il sognatore artefice di tutto ciò morì, la struttura finì in abbandono, e pochi anni dopo fu sfiorata dal cantiere del nuovo autoporto, che la risparmiò per pochi metri...
Di solito, scoprire il fondamento di verità che sta alle basi di una leggenda significa smitizzarla e distruggerla. In questo caso non è così: la Dolina dei Druidi fu costruita da un romantico sognatore, e fu la realizzazione di un sogno... fu realizzata con passione e con amore, inseguendo un mito tra le aspre roccie del Carso.
Averne scoperto quindi la vera storia non la smitizza affatto, ma anzi, le dona un fascino nuovo, più completo, superiore a quello che le dava la sola l'incertezza della sua origine...
Perchè, scoprendone la vera storia perdiamo i "si dice"... ma la meraviglia resta.
Oggi gran parte del terreno circostante è coperto dall'asfalto dell'autoporto, i sentieri ingombri di immondizia... il popolo dei Druidi si sarà nascosto ancor più profondamente, per fuggire a tale scempio. Ma non si nasconderà di certo a chi ha occhi per vederlo.
Quindi noi possiamo ancora sederci sui resti degli scranni, ascoltare il vento... e sognare.
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