Rapporti parlamentari, tavole rotonde, campagne di comunicazione…la povertà entra nel dibattito europeo. Ben un abitante su sei, all’interno dell’Unione europea, ne soffre. Qual è la situazione?
L’Europa dovrebbe essere una delle regioni più prospere del mondo, ma 84 milioni di persone , pari al 17% della sua popolazione – vivono attualmente al di sotto della soglia di povertà.
I più esposti al rischio povertà sono gli anziani oltre ai giovani sotto i 17 anni.
In aumento anche il numero di lavoratori poveri. L’8% degli europei che lavorano non guadagna abbastanza per venire incontro ai propri bisogni.
La povertà si traduce anche a un accesso più difficile alla sanità, alloggi e istruzione: tutte aree che potrebbero essere le prime a dover sostenere il peso delle misure di austerità adottate dagli Stati membri, denuncia il deputato europeo Pervenche Berès:
“L’accesso ai servizi pubblici è qualcosa che ho preso a cuore, perché credo che gli sforzi degli stati membri di ridurre i loro debiti possano diventare tagli alle risorse del servizio pubblico. Combattere la povertà è impossibile se viene negato l’accesso ai diritti fondamentali”
Garantire il diritto dei più poveri a una vita dignitosa è anche il leitmotiv del direttore dell’Ufficio europeo per la lotta alla povertà.
Oltre alle dichiarazioni d’intendo della classe politica, lui attende delle azioni e veloci:
“Sappiamo che la disuguaglianza è ingiusta per chiunque, nella società. E stiamo costruendo un’Europa molto precaria che sta perdendo fiducia nelle proprie istituzioni a livello europeo. E che l’unico modo per riguadagnare fiducia è incentrare di nuovo l’attenzione sulla questione della redistribuzione, sconfiggendo la povertà, la povertà infantile, tagliando i collegamenti le migrazioni e la povertà”.
Lo scorso giugno, i 27 si sono impegnati a ridurre il taso di povertà del 25% da qui al 2020. Un’ambizione realista o forse rivista al ribasso, visto che a Lisbona si era ipotizzato lo sradicamento della povertà entro il 2010…
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