sabato 14 novembre 2009

Genova anticipa la Corte europea "scuole comunali da 30 anni senza +"

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Cristo è sceso dalla croce, deposta in silenzio dalle pareti di tante aule: da tempo, senza che nessuno se ne sia accorto. Prima ancora che arrivasse la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell´Uomo, che dal 3 novembre scorso vieta quel simbolo nei luoghi pubblici. Anzi, talora Cristo e la Croce non sono mai stati appesi in diverse aule di Genova. «Senza una norma ed una sentenza, da 30 anni le scuole del Comune sono rimaste senza crocifisso», ricorda il sindaco ad un consiglio comunale infuocato, riunito ieri per discutere anche di questo.

Negli asili nido e nelle scuole materne comunali Cristo, quel simbolo di dolore, della violenza dell´uomo e nel contempo di uguaglianza, si è fermato sulla soglia. «Quando nacque la normativa, cioè con il Concordato tra Stato e Chiesa del 1929, queste istituzioni scolastiche non esistevano - precisa Clemino Casalgrandi, fino allo scorso anno scolastico direttore dell´istituto comprensivo San Gottardo e dal primo settembre chiamato dal sindaco a dirigere il Settore Scuole del Comune - l´Italia repubblicana non ha mai ripreso questo concordato, per cui la tradizione e la consuetudine si sono tramandate, anche se l´amministrazione comunale non è né pro, né contro questo simbolo religioso».

Negli istituti superiori, i cui locali sono di proprietà della Provincia, nelle elementari e nelle medie dello Stato, presidi agnostici (anche atei), poco confessionali, direttori perfino clericali e docenti forse distratti non si sono mai posti il problema di un crocifisso che manca o si rompe. Negli anni, le manutenzioni, con muri abbattuti, pareti spostate, scrostate e ripitturate, talvolta hanno mandato in rovina o perso la croce. Come è accaduto nelle scuole di San Gottardo: «Alcune aule lo hanno ancora, altre no», ricorda l´ex preside.
Negli istituti di nuova costruzione quel simbolo religioso, eretto a suffragio della Chiesa cattolica che ne ha fatto uno stemma, non è stato inserito nelle spese di acquisto. «Anche se la Provincia, due anni fa, ha mandato una scatola di crocifissi da reintegrare nelle aule in cui mancavano - ricorda Renato Dellepiane, capo d´istituto allo scientifico King di Sturla - . Noi lo abbiamo fatto, senza che alcun genitore o studente facesse obiezione».
La Provincia surroga crocefissi, nelle scuole in cui mancano. Dall´altra parte, però, l´attuale assessore provinciale alle Scuole genovese si dimostra partigiano verso la sentenza della Corte Europea, assicura che nelle spese per gli arredi non è specificata la voce "crocefisso" e lascia all´autonomia dei singoli dirigenti scegliere di rispettare la legge o no. A meno che, perfino le ristrettezze economiche condizionino il dilemma: «Dove non c´è, si è rotto e la mia scuola pluralista non esaspera queste tematiche - dice Iris Alemano, preside alla media Alessi-Rizzo di Pegli - comunque, con le ristrettezze finanziarie in cui mi trovo, c´è pochissimo spazio per pensare a comprare un crocifisso o la bandiera usurata. Bisogna pensare alle cose più urgenti».

All´alberghiero Bergese di Sestri Ponente, che ha ereditato i locali dall´ex Ancifap e nella maggior parte di questi c´erano officine a laboratori, la croce campeggia nei corridoi. «Ma senza alcuna valenza ideologica - assicura il preside ed ex assessore comunale di R.C. - l´ultimo acquisto di crocifissi risale a cinque anni fa: ne abbiamo messi un po´ anche nelle aule, ma nessuno ha protestato per la presenza, tantomeno ha mai chiesto di volerlo».

Nella laica Genova, nelle sue scuole statali, però, "il crocefisso c´è sempre stato". «Non sono in grado di giurare che in tutte le 59 aule dell'istituto ci sia ancora, se in qualcuna è stato tolto o rotto - confessa il preside del Cassini - non ho controllato in tutte, ma potrei dire che in 58 c´è». Il problema, per il preside del prestigioso liceo scientifico, non è questo: «Dal punto di vista politico è stato alzato un gran polverone per una cosa di poco conto, mentre i problemi più cogenti della scuola sono altri».

repubblica.it Genova

1 commento:

Anonimo ha detto...

La fede è una libertà non una imposizione.
e smettiamola con sta storia delle radici cristiane dell' Italia e dell' Europa.
Fino a prova contraria il "paganesimo", il misticismo ecc era più diffuso della cristianità, ed esiste ancor'oggi.
Ma perchè la Chiesa cattolica permette il culto dei santi , fattucchieri, maghe, cartomanti ecc ? è cristianità questa ?