mercoledì 19 agosto 2009

Goletta verde 2009 : nuovi pirati dei mari italiani

IL DOSSIER
Dopo due mesi di navigazione, l’imbarcazione ambientalista approda a Capalbio per presentare il suo consuntivo. Litorali e acque sono ancora ostaggio di inquinamento, abusi edilizi e di inadeguate o mancate depurazioni.
Un carico speciale, con il suo ricco contenuto di dati e informazioni sullo stato di salute dei nostri mari, ha toccato finalmente la terraferma. Dopo due mesi di navigazione, 2.000 miglia percorse e 23 soste, la Goletta Verde di Legambiente è così approdata. Dopo aver consegnato bandiere nere e verdi durante la sua traversata, l’imbarcazione ecologista è in grado di presentare il bilancio completo. Sono ben cento le aree critiche che minacciano seriamente i mari italiani. E le cause dell’inquinamento, talvolta cronico, sono anche indirette.

Le responsabilità, infatti, vanno attribuite non soltanto agli scarichi irregolari di rifiuti o alla mancanza di un sistema di depurazione delle acque, che resta comunque in vetta alla classifica delle fonti d’inquinamento. Colpevole è tutta una serie di pratiche in uso in un Paese che si dimostra ancora troppo poco civile: speculazioni e ricorso indiscriminato al cemento lungo le coste, così come una cattiva gestione del territorio continentale. Sono i fiumi, dice il rapporto di Goletta Verde, le principali vittime dell’inquinamento e, di conseguenza, i più coinvolti nella rovina delle acque marine. Dai dati emersi, le foci dei flussi dolci delineano il quadro di un’emergenza nazionale. Fortemente contaminati da coliformi, streptococchi fecali ed Escherichia coli, sono l’anello debole della catena, che sfugge ai controlli e che è maggiormente esposto allo sfruttamento. E Legambiente rivolge le accuse alle amministrazioni comunali che spesso scaricano i propri re flui nei corsi d’acqua senza effettuare alcuna depurazione.

S.Ciafani, responsabile scientifico dell’associazione, ha in proposito ribadito che «i fiumi italiani sono troppo spesso considerati dei collettori che sversano in mare un carico di inquinanti pericolosi per la salute di ecosistemi marini e cittadini; una pratica semplicemente vergognosa per quello che dovrebbe essere un Paese civile». Intanto pende sull’Italia una procedura d’infrazione attivata dalla Corte di giustizia europea per il mancato trattenimento delle acque reflue in ben 525 Comuni dello Stivale.

Sarebbero 18 milioni gli italiani che risultano privi di sistema di depurazione; la maggior parte, poi, sono residenti in Calabria e Campania, le due Regioni cui ieri è stata assegnata la maglia nera per l’inquinamento. Qui, infatti, la Goletta Verde ha riscontrato la maggiore concentrazione di siti altamente inquinati (15 punti critici in Calabria, uno ogni 47 km di costa, 11 in Campania, uno ogni 42 km), che vanno a incidere fortemente sul bilancio complessivo dei litorali italiani. L’81 per cento degli oltre 7.000 chilometri di costa, dunque, è risultato esposto allo sfruttamento indiscriminato, mentre il restante 19 per cento pare già compromesso. Un bilancio, questo, che preoccupa molto i biologi coinvolti nell’iniziativa ambientalista, anche per le ricadute che un tale stato dell’arte necessariamente comporta sulla salute delle persone.

Non solo perché le Regioni del Sud maggiormente colpite sono anche mete turistiche, ma anche perché qui, sostengono gli ambientalisti, si riscontrano le situazioni di più avanzato degrado delle coste. Goletta Verde, infatti, ha voluto estendere il suo raggio d’indagine puntando il dito contro quelli che definisce “i pirati del mare”: sindaci, amministrazioni locali e regionali, singoli imprenditori, società private e autorità portuali che si sono distinti per azioni od omissioni ai danni all’ambiente marino e costiero. «Si tratta di amministratori pubblici, affaristi del mattone che, in virtù di interessi economici e politici, sfregiano le coste, si impossessano indebitamente di tratti di litorale e concorrono alla deturpazione del patrimonio marino », aggiunge il presidente nazionale Legambiente. Abbattere sembra essere l’unica parola d’ordine per costruire una seria controffensiva al cemento illegale e a tal fine la cooperazione delle forze politiche, in primo luogo locali, è indispensabile. L’ultimo rapporto Mare nostrum di Legambiente ha contato nel 2008 ben 3.674 infrazioni accertate sul demanio pubblico, mentre sono stati più di 1.500 i sequestri per abusivismo edilizio lungo le coste italiane. Inoltre l’indagine mostra che gli illeciti seguono due direttrici parallele: da un lato si tratta di costruzioni per così dire “a uso domestico”, come case, villette e alberghi; dall’altro, invece, la proliferazione irragionevole di porti e attracchi per imbarcazioni provoca gli scempi più irreparabili.

Una miriade di posti barca che, secondo uno studio effettuato di concerto tra Legambiente e Ucina, l’organizzazione che riunisce gli imprenditori del settore nautico, «sono inutili e ingiustifi cati a fronte della possibilità di re alizzare ben 39mila posti barca senza un metro cubo di cemento, ma utilizzando i bacini già oggi esistenti ». Come in questo caso, i dati presentati da Goletta Verde sono accompagnati da proposte concrete per sostenere azioni intelligenti, di equilibrio tra uomo e natura. L’impatto sui mari più essere più gentile ed ecocompatibile. Ieri, il presidente nazionale di Legambiente ha sottolineato come «dopo 24 anni di vedetta, la nostra storica campagna ha anche promosso il turismo di qualità e le aree marine protette, incentivato la gestione sostenibile del sistema mare per valorizzare l’immensa risorsa di cui gode il nostro Paese grazie alle sue coste».

Dunque c’è anche qualche buona notizia. Sardegna e Toscana sono le “regine” del mare pulito. Trecento sono poi le località insignite per essersi distinte nella promozione di un turismo responsabile e nella tutela dell’ambiente circostante. Quattordici località hanno ricevuto il massimo riconoscimento; quattro vele, invece, sono state assegnate a 38 Comuni mentre altri 94 hanno meritato le tre vele. A Capalbio, inserita anch’essa tra le località di punta per la limpidezza del suo mare, Goletta Verde ha rilanciato l’importanza di una svolta a favore delle rinnovabili e ha ribadito quali pericoli incontrerebbe la salute delle nostre coste (e non solo) con il ritorno all’atomo in Italia. “Per il clima, contro il nucleare” è stato, infatti, slogan e parte integrante della campagna di questa XXIV edizione.

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