Le stazioni come camera da letto e le biblioteche come salotto. Esiste una Milano parallela
in cui i luoghi assumono un significato diverso. È la Milano dei
clochard, dove anche una galleria del centro può diventare una casa.
Wainer Molteni si definisce il sindaco dei barboni e questa città invisibile
la conosce bene perché per molti anni ha vissuto in strada e ora fa di
tutto per diffondere il bene che la vita, nonostante le sventure, gli ha
regalato.
Wainer ha quarant’anni, una laurea alla Statale di Milano e molti
ricordi alle spalle. Gli ultimi otto anni li ha trascorsi a vivere per
strada, e con altri cinquanta volontari e diverse associazioni collabora
al progetto antifreddo del Comune di Milano. Prima era
responsabile del personale di un supermercato, poi la bancarotta
fraudelonta dell’azienda, il fallimento e la disoccupazione. Figlio
unico, i genitori morti diversi anni prima, nessun legame. L’affitto da
pagare che incombe ogni fine mese, poi sono scaduti i documenti e senza
un domicilio il rinnovo non arriva. Quindi il trasloco nella galleria
San Cristoforo e i primi contatti con il Comune di Milano. Oggi Wainer
vive in una casa assegnatagli dai sevizi sociali e fa parte
dell’associazione “Clochard alla riscossa”.
La sua vita è una continua
frenesia, un continuo aiutare il prossimo, quei clochard con cui ha
condiviso la strada, gli stessi che definisce “barbafratellini”.
I treni ogni notte sono presi d’assalto dai senza fissa dimora:
centinai di persone che arrivano in stazione alle 11 di sera, aspettano
il parcheggio del treno e fino alle cinque del mattino non li sveglia
nessuno.
Alla biblioteca Sormani dalle 9 del mattino alle 19.30 è la
casa di decine di senza fissa dimora, siamo di casa e se qualcuno di noi
manca sono gli operatori stessi a chiedere dove siamo finiti. E questa è
diventata la sede di “Clochard alla Riscossa”.
Il primo sindacato dei senza fissa dimora Wainer
l’ha fondato nel 2005 insieme ad altri senza tetto: non bastava il
sistema assistenziale tradizionale, le mense, i dormitoi. Wainer voleva
per loro una casa, una possibilità di cambiamento, il futuro. Hanno
occupato stabili pubblici e privati, «abbiamo occupato Malamanera,
Maggianico, il Bulk e Pergola, è partita da lì la nostra riscossa, la
voglia di cambiare». In via Maggianico effettivamente esisteva un
dormitorio pubblico che Wainer e compagni decisero di occupare per
qualche mese.
Oggi il sindaco dei barboni che ha come datore di lavoro “la strada”,
di chilometri ne macina parecchi: a stretto contatto con
l’amministrazione, o preso nell’organizzazione di un dj set, di una
mensa sotto le stelle, di un servizio di cucina a domicilio, di una cena
insieme ai “barba fratellini”in Piazza Fontana. Alle stoviglie, a un
piatto caldo, a un conforto ai clochard disseminati per Milano ci
pensano loro, i volontari che ogni giorno offrono il proprio generoso
aiuto. Ci pensa il Comune che mantiene un dialogo con il sindacato. Ci
pensano i cittadini, che danno una mano a che il progetto cresca.
fonte : GQ
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