Prima di tutto, è bene precisare che questa iniziativa si regge grazie all'instancabile lavoro di un gruppo di volontari, che non ricevono compenso, pur tenendo aperta l'attività dal lunedi al venerdi, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. "All'inizio eravamo in tanti – raccontano i volontari- , ma
dopo pochissimo tempo siamo rimasti in tre, non è stato facile,
riuscire a tenere aperto due ore al giorno per cinque giorni a
settimana. Ora siamo una quindicina e molti sono i volontari che si
presentano settimanalmente, così ora apriamo cinque ore al giorno". In cambio, chiedono solo una libera offerta facoltativa per coprire le spese fisse.
Ma quali sono i costi di gestione? Si tratta di spese condominiali, bollette
della corrente elettrica, telefono e riscaldamento, tassa sui rifiuti e
assicurazione sul negozio e sul furgoncino. Per il resto, si vive di
donazioni. Alcuni "clienti", ad esempio, hanno regalato delle vetrine,
in cui sono state messe scarpe e cravatte, borse, videocassette e
vestiti. "Non c'è regime fiscale – spiegano i gestori in quanto non c'è attività di lucro". Quindi niente commercialista e niente tasse.
Come si fa a mandare avanti un "Passamano": "se gli introiti rimangono entro limiti bassi è tutto ok. Le spese di gestione del locale arrivano dalle offerte che la gente ci fa liberamente
quando preleva qualche oggetto, se ne prende più dei 5 liberi o se
sceglie alcuni "preziosi" per i quali richiediamo un'offerta (non un
prezzo). Gli introiti mensili sono bassi, ma sufficienti per coprire tutte le spese
(affitto, luce, gas, condominio, smaltimento immondizie, assicurazione
per i volontari e i clienti, affitto garage per cose ingombranti, e
altre spese varie ed eventuali). Non rimane molto alla fine del mese e,
se rimane, si utilizza per "ampliare" quanto possibile la nostra
iniziativa. Abbiamo solo dovuto depositare al Comune il nome Passamano per l'insegna del negozio (che è stata autoprodotta)".
Cosa accettare e cosa no nel negozio? "Per
quanto riguarda la possibilità di scegliere degli oggetti, accettiamo
praticamente tutto,se in buono stato. Tranne per VHS, TV a tubo
catodico, sci vecchi, PC, stampanti e tutta l'informatica obsoleta o
senza porta USB, oltre a enciclopedie e tutto ciò che è sporco, rotto o
non funzionante". Insomma, con una buona dose di impegno,
organizzazione e passione, è così che Passamano può andare avanti senza
troppe difficoltà. Ed è proprio questo che rende l'iniziativa replicabile anche altrove.
L'unico vero problema? Sono le persone scorrette. "Dobbiamo solo trovare un modo per dare una calmata agli "arraffoni" che invadono il negozio per poi rivendersi le cose. Identificare l'arraffone – continuano i volontari- è
relativamente facile: viene spesso, si riempie di roba e se ne va
spesso senza nemmeno salutare e ovviamente senza lasciare un centesimo
di offerta per aiutarci a sostenere le spese del negozio. Abbiamo così
posto un limite adeguandoci alle regole di tutti i negozi di questo tipo
presenti nel territorio italiano ed europeo: si possono prendere
gratuitamente al massimo cinque oggetti per persona, siano essi tazzine o
televisori, e mostrarli al banco prima di uscire".
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