mercoledì 1 febbraio 2012

PROTEINE ANIMALI VS. PROTEINE VEGETALI

Un interrogativo di grande importanza, oggi dibattuto più che mai, è se un’alimentazione priva di prodotti animali possa essere sufficiente per fornire la quantità e la qualità necessaria di proteine.
E’ credenza popolare ormai che sia importante mangiare la carne ogni giorno fin da bambini, ma si tratta di un luogo comune basato sulle indubbie qualità proteiche della carne, però al tempo stesso facilmente contestabile ad un’analisi più accurata.

Prima di tutto non è vero che l’umanità ha sempre mangiato carne. Per migliaia di anni l’uomo primitivo rimase frugivoro, ossia si alimentava di frutti, radici, tuberi, bacche e verdure. La caccia aveva poco successo perché gli strumenti a disposizione erano inefficaci. Inoltre, vivendo egli nella zona dei tropici, la natura era così rigogliosa da potergli permettere la semplice raccolta.
Il consumo di prodotti animali rimase comunque estremamente limitato fino al tempo dei nostri nonni; nel mondo contadino di solo cento anni fa, si uccideva il maiale una volta l’anno, non ci si sognava minimamente di sacrificare un cavallo, una mucca o un vitello; polli e conigli venivano consumati al massimo una volta la settimana. Solo i ricchi potevano permettersi un consumo di carne più vicino ai nostri standard.
Una seconda ragione a favore del vegetarianesimo consiste nel fatto che in natura esistono moltissimi animali completamente erbivori, come elefanti, mucche, cavalli, bufali, cervi, conigli e tanti altri che assumono le proteine dall’erba, a dimostrazione del fatto che i vegetali contengono proteine nobili, anche se in minore quantità rispetto ai prodotti animali e per questo bisogna mangiarne un quantitativo alto.

Esistono altre considerazioni importanti:
· Dall'analisi chimica risulta che le proteine animali sono molto più complesse di quelle vegetali, perché sono già una rielaborazione animale, e la loro digestione risulta più difficile.
· Le proteine animali, diversamente da quelle vegetali, comportano un’emissione di calcio con le urine, impoverendo tutto l’organismo. Inoltre esse impegnano molto di più i reni, indebolendone la capacità di filtrazione.
· Per ricevere il patrimonio proteico dell'animale insieme ai sali minerali e alla vitamine occorrerebbe inoltre mangiarlo per intero - compreso il sangue e le cartilagini, come fanno tutti gli animali carnivori. Le bistecche che mangiamo di solito rappresentano per assurdo la parte più povera dell’animale.
· Mangiare un animale significa inoltre nutrirsi delle sue "impressioni sottili", ossia del suo “essere”. Una mucca che nasce e vive tutta la sua vita in una stalla con l’unico scopo di ingrassare per essere uccisa con violenza e macellata, vive impressioni di un certo tipo (soprattutto paure) che si trasmettono a chi la mangia.
· Numerose ricerche dimostrano che il cancro all'intestino è quasi sconosciuto fra i vegetariani e che molte altre malattie e disturbi causati dall'alimentazione animale sono alquanto ridotti.
· Gli animali vengono allevati in condizioni pessime e ciò significa per loro malattie di ogni tipo, virus pericolosissimi, parassiti e batteri nocivi. Le cure si basano su abbondanti dosi di antibiotici e medicinali che ovviamente giungono poi all’uomo.
· Le proteine animali devono quasi tutte essere cotte per essere mangiate il che significa un notevole impoverimento del cibo, una denaturazione del patrimonio proteico, un'alterazione dei grassi, una perdita di sali minerali e la distruzione della maggior parte delle vitamine.
· Fattori fisiologici: la lunghezza dell’intestino di un erbivoro è circa 12 metri, mentre quella di un carnivoro è circa la metà. La ragione di questa differenza sta nel fatto che la verdura deve rimanere più a lungo nell’intestino per essere assorbita, mentre la carne deve fuoriuscire velocemente per evitare la putrefazione. L’uomo si assesta in media intorno ai 9 metri, a dimostrazione del fatto che gli è concesso mangiare cibo animale, ma con particolare attenzione. Allo stesso modo, la dentizione di un carnivoro è composta da magnifici canini affilatissimi, mentre l’erbivoro ne è privo. La funzione di questi 4 denti è quella di azzannare e strappare la carne, in modo da poterla poi masticare nella bocca. L’uomo dispone di canini piccoli e non affilati e quindi nuovamente si pone a metà strada tra i due estremi.
· Esiste infine una considerazione di valore etico/ambientale: per mangiare una mucca ad esempio occorre mantenerla per farla crescere e ciò comporta il dispendio di ingenti risorse che invece potrebbero essere investite in modo più proficuo.

Quali conclusioni possiamo trarre da queste considerazioni? Sicuramente le proteine animali non sono indispensabili e, anzi, è possibile vivere senza di esse. Per coloro che ne sono abituati, alternarle con quelle vegetali può già essere un grande passo. Coloro invece che si sentono pronti ad un cambiamento più radicale (e salutare) possono consumarle molto di rado o per nulla.

fonte : ricerche di vita

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