mercoledì 16 novembre 2011

Francesco da Bernardone ha sempre avuto ragione.

Mentre tutto il mondo piange lacrime, virtuali, per il signor "mela", morto di cancro a 56 anni (sic transit gloria mundi), io preferisco ricordare l’onomastico di Francesco d’Assisi, di cui il 4 ottobre, ricorreva l’onomastico, snobbato da quasi tutti i media italiani.

Quei pochi che ne hanno parlato lo hanno legato alla presunta, solo politica e militare, unità d’Italia, con cui F. da B. non ha nulla a che fare perché nato prima che questa sciagura si compisse, o ne hanno sottolineato la vocazione alla tolleranza e alla pace. Che ci sono sicuramente in Francesco. Ma nella sua predicazione ci sono cose molto più attuali e non a caso sottaciute.

L’amore per la natura, frate Sole, sora Aqua probabilmente non dico pagano ma dubbi che mai sia stato cristiano (dove mai parla di cristianesimo, Francesco da Bernardone ? ndr), reale motivo della sua persecuzione da parte del Vaticano, ma a comodo integrato nei ranghi). Era un "ambientalista" con qualche secolo d’anticipo non potendo conoscere gli scempi dell’industrializzazione a cui nemmeno i suoi santi occhi avrebbero potuto reggere. La predicazione della povertà. Qui Francesco da Bernardone è veramente scandaloso. Scandaloso e attualissimo.
Figlio di un mercante aveva capito o intuito, poiché era un genio oltre che un santo, dove ci avrebbe portato la logica del mercato. Modernamente, poiché noi non siamo santi, il termine povertà può essere tradotto con sobrietà, che è meno radicale.

Noi non abbiamo bisogno di ingurgitare, come cavie all’ingrasso, degradati da uomini a consumatori, ancora nuovi prodotti, nuove tecnologie, già arrivate, nel giro di un paio d’anni, alla quinta generazione, affascinanti (?) quanto devastanti, o sciocchezze come le “linee di bellezza per cani” (che vanno trattati da cani), accessori demenziali e insomma tutte le infinite inutilità da cui siamo circondati e soffocati. Abbiamo bisogno, al contrario, di smagrire e di molto. Abbiamo bisogno di una vita più semplice, più umana, senza essere ossessionati ogni giorno dalla borsa, dalla politica, dalle trasmissioni televisivwe, dai campionati sportivi ( ma sono vero sport o mero danaro? UNa sorta di "Borsa, dei scommettitori ? Quest'anno lo scudetto, la coppa a te, il prossimo a noio ecc )..




C’è una possibilità realistica di arrivarci? Sì,volendolo e con alcune necessarie mediazioni. La parola chiave è autarchia. Ovviamente oggi nessun Paese, da solo, potrebbe essere autarchico. Retrocederebbe a condizioni di sottosviluppo che non siamo più in grado di sopportare. Probabilmente escludendosi dal mercato, verrebbe definito presto "Stato canaglia", additato di terrorista e prima o poi bombardato. Ma l’Europa potrebbe essere autarchica. Ha popolazione, e quindi mercato, risorse, conoscenza e competenza sufficienti per fare da sé.

Naturalmente l’autarchia ridurrebbe la ricchezza complessiva delle nazioni europee, ma “la ricchezza delle Nazioni” non corrisponde affatto alla qualità della vita e nemmeno alla ricchezza dei singoli (negli S.u.A., il Paese più ricco e potente del mondo, ci sono 46.000.000 di poveri, o per essere più precisi di miserabili che è un concetto diverso, quasi un quarto della popolazione). Ma poco interessa, i miserabili non votano. Si tratterebbe semmai, in questa ipotesi, di distribuire in modo più equo la ricchezza che rimarrebbe.

Ma un’autarchia europea ci porterebbe perlomeno al riparo dagli effetti più devastanti di quella globalizzazione che secondo le elite (lobbies) politico-economiche, gli economisti, gli intellettuali avrebbe fornito straordinarie possibilità e che invece si sta rivelando un massacro per i popoli del Terzo e ora anche del Primo mondo, sacrificati sull’altare di uno dei tanti “idola” moderni: il lavoro. ( e il mercato dove lo mettiamo ?). Se continueremo a inseguire il mito della crescita, un giorno questo sistema, fattosi planetario, imploderà su se stesso, di colpo, e ci troveremo a vagare come fantasmi fra le rovine fumanti e i materiali accartocciati di un mondo che fu.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

adattato, ndr e "italianizzato" da tsm

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