La società italica ce la può fare se ritorna a pedalare.
Il Paese s’è rialzato dalla miseria andando in bicicletta, è ora di rimontare in sella.
Sono nato in una terra fortunata, la Romagna, dove i bambini imparano prima a pedalare che a camminare. Mio padre, quando al mattino andava alla rimessa per uscire di casa, fiutava l’aria come un segugio, squadrava prima la macchina e poi il parco-mezzi a due ruote e sentenziava : "Oggi ho fretta, vado in bicicletta".
Non sapeva cos’era la “sostenibilità ciclabile”. Sapeva solo che era stupido prendere l’auto! Perché in bici faceva prima; perché risparmiava benzina; perché non aveva il problema del parcheggio; perché non dubitava che gli altri utenti della strada lo avrebbero rispettato in nome di una reciprocità né scritta né imposta, ma reale: culturale !
Il nostro è un Paese che si è rialzato dalle sue miserie pedalando: e non solo nel senso metaforico del termine. Perchè è pedalando che è tornato a vivere, è pedalando che è tornato a lavorare, è pedalando che è tornato a divertirsi, è pedalando che ha ritrovato l'orgoglio tornando a vincere.
Nel 1948 in circolazione nel Paese c'erano 450.000 automobili e 5.000.000 biciclette. Raccontando il nostro rapporto con la bicicletta riuscimmo persino a vincere il premio Oscar nel cinema.
Poi.. poi siamo diventati ricchi, e anche un pò scemi. E città nate per essere godute, vissute e respirate si sono trasformate in trappole per masochisti inquinatori, che occupano da soli - e da fermi ! - 8 mq di spazio vitale.
Le amministrazioni? Fra snobismo e velleismo, con punte di evidente menefreghismoe, per fortuna, anche qualche decente e concreto passo avanti ( a Milano l'impegno per la condivisione di biciclette, a esempio, cioè la possibilità di trovare bici in rastrelliere disposte strategicamente : a Parigi comunque ce ne sono ben 60.000).
Certo Milano non è Ravenna nè Roma o Trieste con i loro colli, ancor meno è Ferrara. Ma che cosa si fa veramente per invertire la tendenza, oltre che , molto spesso, trincerarsi dietro azioni dimostrative o esibire l'alibi delle pistre ciclabili, a volte costruite con criteri dissennati?
MI tocca dirlo : qualche mese fa partecipai a una conferenza stampa nella sede di un Ente locale Regione per assistere alla nobilissima e condivisibile iniziativa della creazione di un gruppo consiliare detto"amici della bici". Peccato che gli amici, in ufficio c'erano tutti andati in auto: e così ni chiesero in prestito la bicicletta per farsi la foto di gruppo da mandare ai giornali !
Li pregai solo di non sciuparmela: pedrchè io, a casa, ci dovevo tornare con lei !
fonte Sette Green de Corriere.it 22 settembre 2011 pag 13
di M. Bartoletti
adattato, da tsm
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