commento TSM - ormai l'abbiamo capito tutti : la Cee esiste solo per comodità delle grandi aziende, banche,ecc e la popolazione non conta nulla. la popolazione ha qualche diritto solo perchè lo hanno anche le merci. Pertanto non si capisce l'amore dimostrato dalla politica e dall'economia italiana verso le cariche in seno alla BCE. Anzi capiamo benissimo, ma noi cittadini NON possiamo condividerle mentre scendiamo verso il baratro socio economico, con la disoccupazione che aumenta giorno dopo giorno, la cronaca racconta di 1 italiano povero su 4, gli anziani hanno la minima a meno di 500 euri al mese, i lavoratori della puubblica amministrazione non hanno contratto pagato e aggiornato dal 2009. Mentr invece i nostri politici percepiscono stipendi da minimo 15-18.000 euri fino 42.000 euri al mese e oltre per 3-4 ore di lavoro a settimana + benefit e onnipresenza televisiva.
Noi speriamo in un uscita reale dell' Italia dall'euro per un ritorno alla £ira.
Ricordiamo ancora lo striscione esposto dai greci sulle mura dell'acropoli nel 2009 " PEOPLE of EUROPE : RISE UP !!" ma pare che la gente preferisca il grande fratello, l'azzeramento intellettivo dinanzi allo schermo televisivo.
NOTIZIA :
La Grecia mostra ancora una volta il suo lato nostalgico, pensando nuovamente ad un ritorno alla dracma. Questa volta è stata la Commissaria europea di nazionalità greca Maria Damanaki a rimettere sul banco la questione, anche se c'è da dire che tale dichiarazione potrebbe essere frutto dell'eccessiva pressione sul Paese, che si trova ancora una volta alle prese con un programma di duri sacrifici per ridurre il debito pubblico eccessivo. Del resto, come dicono in tanti, la Grecia anche se volesse tornare alla dracma non potrebbe farlo, poiché non è prevista una clausola d'uscita dall'Unione Economica Monetaria.
La Damanaki ha esortato Atene ad "accettare il piano di austerità altrimenti l'unica alternativa possibile è il ritorno alla dracma". "Lo scenario di una uscita della Grecia dall'euro ormai è sul tavolo", assicura la Commissaria europea per la pesca, ricordando però che l'introduzione dell'euro nel paese ellenico è stata "la più grande conquista della Grecia nel dopoguerra".
Ieri l’opposizione ha annunciato una dura battaglia contro le misure d'austerità che si accinge a prendere il premier G.Papandreou, il quale si è trovato però a smentire le voci di un possibile referendum sui tagli, mentre il ministro delle finanze greco Papacostantinou ha ribadito che "una uscita dall'euro non è in discussione".
Nel frattempo la troika, gli esperti di Bce-Cee-Fmi, hanno preparato nuovamente le valigie per sbarcare ad Atene e valutare se in base ai nuovi progetti di riforma e di privatizzazione ci sono le condizioni per erogare la quinta tranche di aiuti da 12 miliardi di euri prevista per metà giugno 2011.
Intanto è passato già un anno dalla richiesta di aiuto finanziario della Grecia, ma nulla sembra essere cambiato. Il Paese ellenico si trova nuovamente sul ciglio della bancarotta, legata a doppio filo con tutti gli altri paesi europei che via via potrebbero seguirla nel baratro.
fonte : Repubblica.it
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