Dopo i profeti monoteisti che prevedono un pò di tutto, sparso nel tempo ora si vuole attribuire a un eminente autodidatta una presunta profezia apocalittica ai danni della Città eterna, smentita prontamente da persone a lui vicine e dagli esperti. I terremoti NON possono essere previsti ma presunti dallo sciame sismico.
L'11 maggio 2011 è considerato da molti come il giorno in cui a Roma si scatenerà un devastante terremoto, sulla base della teoria di Raffaele Bendandi (1893-1979) ed anche sulla base di un velocissimo tam-tam su Internet. C'è un fondo di verità, piccola piccola: l'11 maggio in Italia avverranno probabilmente circa 30 terremoti. Ma solo perchè questo è infatti il numero medio di eventi sismici rilevati quotidianamente - ribadiamo, quotidianamente - nel nostro Paese. E allora ecco che i sismologi dell'Ingv (l'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia) invitano esperti e giornalisti (questi in quanto 'veicolatori' di notizie) a discuterne lunedì 9 maggio alle 12 nella sede di via XXIV Maggio 46. L'intento dell'Istituto diretto da Enzo Boschi è quello di trasformare questa occasione in una vera e propria giornata di informazione sismica.
Una veduta di Roma dall'alto
Una veduta di Roma dall'alto
L'«OPEN DAY» - Durante l'incontro, infatti, i sismologi illustreranno la dimensione del problema dei terremoti in Italia e nel mondo, come possiamo difenderci e qual è il contributo della ricerca nella mitigazione del rischio sismico. In questa occasione verrà anche presentato alla stampa l'Open Day dell'11 maggio, che prevede incontri con i ricercatori, visita alla sala di monitoraggio H24, esposizione interattiva sui terremoti, proiezione di video. La sede dell'Ingv in via di Vigna Murata 605, Roma, sarà aperta per tutti dalle ore 10 alle ore 20 di mercoledì 11. Relatori lunedì saranno Alessandro Amato, sismologo Ingv, su «Il terremoto dell'11 maggio a Roma»; Giulio Selvaggi, direttore Cnt-Ingv, su «Convivere con i terremoti»; Concetta Nostro, ricercatrice Ingv, sull'Open Day dell'11 maggio. Nella nota stampa che annuncia l'appuntamento di lunedì viene sottolineato che negli ultimi due decenni i terremoti hanno causato più di 500mila morti nel mondo e molti scienziati credono che il terremoto da 1 milione di morti si avvicini sempre di più se non si affronta il problema con le tre parole chiave che la comunità scientifica porta avanti da anni: conoscenza, prevenzione, educazione. «Difendersi dai terremoti si può. E se il prossimo grande terremoto in Italia sarà catastrofico come quello di Haiti, che ha causato oltre 220.000 vittime, o come quello del New Mexico, che ne ha causate 2, pur avendo magnitudo confrontabili (7,0 e 7,2), dipenderà dalle scelte che si fanno oggi», conclude la nota.
LA PSICOSI IN INTERNET - Raffaele Bendandi, un uomo morto 32 anni, è sempre stato soprannominato «l'uomo che prevedeva i terremoti». Nato a Faenza, in Romagna, astronomo e scienziato autodidatta, nel 1923 fa la sua prima previsione registrata da un notaio: il terremoto ci fu, nelle Marche. La sua ultima previsione è il terremoto in Friuli nel 1976: l'allarme fu inascoltato e il sisma ci fu, disastroso.
Allora hanno ragione gli internauti dell' 11 maggio? Paola Pescerelli Lagorio, presidente dell' Osservatorio Geofisico comunale Raffaele Bendandi di Faenza, anni dedicati a studiare le carte dell' uomo che prevedeva i terremoti, non riesce a spiegarsi la psicosi. «Nei documenti che ha lasciato dopo la sua morte, avvenuta nel ' 79, ci sono molte date ma senza nessun riferimento a un determinato avvenimento: potrebbe essere una macchia solare o il passaggio di un pianeta in un determinato punto. E comunque la data 11 maggio non c' è e non c' è mai stata». E le altre date che sono state segnate? «Impossibile sapere a che cosa si riferiscono, visto che accanto non ci sono riferimenti di città, di luoghi o di che cosa potrebbe avvenire». Una data nelle carte lasciate da Bendandi è riferita proprio a quest' anno, ma ovviamente senza alcun luogo indicato, c' è, ricorda Paola Lagorio: il 24 marzo. E quel giorno ci fu un terremoto in Birmania, abbastanza violento ma non come quello in Giappone.
LE PREVISIONI A «BREVE TERMINE» - A questo punto bisogna ricordare che la teoria elaborata da Bendandi prevede un concatenarsi di fattori, dall'allineamento dei pianeti all'attività solare, che messe insieme provocano una particolare onda gravitazionale la quale può esercitare una «pressione» su una particolare zona della Terra e causare un terremoto. Ma, visto che uno dei fattori fondamentali è l'attività solare - giudicata ancora erratica e difficile da prevedere con esattezza a lungo termine - risulta difficile ipotizzare una previsione fatta alcuni decenni prima. E Paola Pescerelli Lagorio conferma che Bendandi aveva fatto la maggior parte delle sue previsioni «a breve termine», cioè settimane prima, come nel caso degli eventi sismici nelle Marche e in Friuli. Anche se in alcuni casi ci sono registrazioni di fatti che sarebbero potuti avvenire dopo pochi anni, ma comunque non dopo decenni.
Fonte : corriere.it 02.5.2011
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