venerdì 20 maggio 2011

12 giugno 2011Referendum contro la privatizzazione dell'Acqua, contro il nucleare e Legge ad personam




In occasione del prossimo Referendum del 12 Giugno 2011 , ci dovremo esprimere su quattro quesiti. Di seguito, vi presentiamo in maniera sintetica i quattro referendum abrogativi su cui saremo chiamati ad esprimerci ma prima una DOVEROSA ED IMPORTANTISSIMA PREMESSA:

è indispensabile ricordare che, per legge, affinché i referendum abrogativi abbiano effetto, occorre che la percentuale dei votanti raggiunga il 50% più uno degli aventi diritto al voto (quorum).

Essendo abrogativi, se volete ad esempio dire no al nucleare, OCCORRE VOTARE SI, ci raccomandiamo, sembra incoerente ma è cosi’, si dice SI all’abolizione del decreto-legge

Il primo quesito riguarda il “legittimo impedimento”, cioè l’istituto giuridico che permette all’imputato in un processo di giustificare, in alcuni casi, la propria assenza in aula, ed è quello che ha le conseguenze politiche più rilevanti, dal momento che è stato indetto per abrogare la legge che porta il suo nome. A presentare il referendum è stato il partito dell’Italia dei Valori. Il quesito su cui saremo chiamati ad esprimerci è il seguente:

“Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante “disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?”.

Il secondo quesito, particolarmente lungo e articolato, presentato sempre dall’Italia dei Valori, punta ad abrogare la norma per la realizzazione sul territorio nazionale di impianti di produzione nucleare. E’ il cosiddetto ‘referendum sul nucleare’, tema oggi giorno particolarmente scottante, dopo quanto accaduto a seguito del terremoto in Giappone. Il quesito su cui saremo tenuti ad esprimerci, in parte schematizzato, suona più o meno così:

“Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”.

Gli ultimi due quesiti si occupano della privatizzazione dell’acqua: uno in particolare riguarda le modalità di affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il testo del quesito è il seguente:

“Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall’art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?”.

Lo approfondiamo in questo post di dettagli: Acqua=bene comune: guida al referendum contro la privatizzazione dell’acqua

Il quarto e ultimo quesito riguarda sempre la privatizzazione dell’acqua e in particolare la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. In questo caso agli elettori viene chiesta una parziale abrogazione della norma:

“Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”?”.

Abbiamo la netta senzazione che in cabina referendaria regnerà assoluta confusione, sia per i testi veramente criptici dei quesiti (vi sfidiamo a capirli veramente in dettaglio) sia per il fatto che sono abrogativi e qui vi ricordiamo che se volete ad esempio dire no al nucleare, OCCORRE VOTARE SI

fonte : TuttoGreen

1 commento:

Anonimo ha detto...

(Adnkronos/Ats) - Il graduale abbandono del nucleare in Svizzera costerà dai 1,5 ai 3 miliardi di euro circa. Secondo il Consiglio federale elvetico, la fattura per coprire in altro modo il fabbisogno energetico sarà compresa tra lo 0,4% e lo 0,7% del prodotto interno lordo (pil), ovvero tra i 2,2 e i 3,8 miliardi di franchi svizzeri (1,6-3,2 mld di euro).

La graduale minore produzione delle centrali nucleari dovrà essere sostituita dall'energia idraulica, dalle energie rinnovabili, dagli impianti di cogenerazione e dalle centrali a gas a ciclo combinato. Nel 2050, l'aumento della quota di elettricità di origine termo-fossile genererà inoltre un incremento delle emissioni di Co2 compreso tra 1,09 e 11,92 tonnellate. Il proseguimento delle misure di miglioramento della politica energetica dovrebbe tuttavia consentire di ridurre le emissioni di Co2 di 14,4 milioni di tonnellate rispetto al 2009.

Di conseguenza, il totale delle emissioni non aumenterà ulteriormente, nonostante la maggiore produzione di elettricità a partire da fonti fossili, si legge nella variante 2 scelta oggi dal Consiglio federale. Per quel che concerne il finanziamento, il governo sta studiando la possibilità di una tassa di incentivazione, e persino di un centesimo energetico. Il Consiglio federale ha già previsto di fare il punto della situazione sull'argomento quest'autunno.
adnkronos