L'incidente alla centrale nucleare di Fukushima in conseguenza del violento sisma che ha colpito il Giappone, riaccende il dibattito sul nucleare in Europa. Il primo stop è arrivato da Svizzera e Germania. Il governo di Angela Merkel ha annunciato la chiusura dei due impianti più vecchi, rimasti aperti solo in seguito alla decisione di prolungare la vita di tutte le centrali. I due siti si trovano in Assia e nel Baden-Wuettemberg. Berlino inoltre ha deciso di sospendere per tre mesi la decisione del previsto prolungamento della vita dei 17 impianti nucleari tedeschi alla luce del disastro di Fukushima, in Giappone.
Berlino annuncia una verifica sulla sicurezza
La moratoria sulla decisione di allungare la vita degli impianti, ha spiegato la Merkel, servirà a effettuare «senza tabù, un'ampia verifica della sicurezza degli impianti nucleari» in Germania. La Merkel ha comunque ribadito la sua posizione, secondo cui l'energia nucleare resta «una tecnologia ponte» in attesa di sviluppare ulteriormente il settore delle fonti rinnovabili. L'unica risposta a questa situazione, ha sottolineato, è che «il passaggio all'era dell'energia rinnovabile è un obbligo che ha la massima priorità».
Tuttavia la cancelliera tedesca non ha chiuso totalmente la porta al nucleare. «Penseremo come continuare dopo questi tre mesi» ha detto. «Abbiamo bisogno dell'energia nucleare - ha aggiunto - una chiusura delle centrali e la rinuncia a questa tecnologia non credo possa essere la risposta. L'unica risposta credo possa essere avere centrali più sicure».
Sospeso il piano di rinnovamento delle centrali in Svizzera
Anche la Svizzera, come accennato, ha deciso di frenare sullo sviluppo del nucleare annunciando la sospensione del piano di rinnovamento delle centrali. Al termine di un vertice con esperti del settore, il ministro per l'Energia, Doris Leuthard, «ha deciso di sospendere le procedure in corso che riguardano le domande di autorizzazione generale per le nuove centrali nucleari» si legge nel comunicato diffuso dal suo ministero. Leuthard ha inoltre incaricato l'Ispettorato federale della sicurezza nucleare (Ifsn) di procedere a un riesame della sicurezza degli impianti esistenti e di analizzare le «cause esatte dell'incidente avvenuto in Giappone e di definire eventualmente nuovi o più severi standard di sicurezza, in particolare in materia di protezione contro terremoti e sistemi di raffreddamento». «La sicurezza - ha sottolineato il ministro - è una priorità assoluta».
Stretta sulla sicurezza delle centrali nucleari in Svizzera
La consigliera federale Doris Leuthard ha deciso stamane di sospendere le procedure in corso relative alle domande di autorizzazione per nuove centrali nucleari in Svizzera. «La sicurezza ha la massima priorità», ha affermato la ministra. Dopo il sisma in Giappone ha chiesto un riesame della sicurezza degli impianti esistenti. Una verifica è già in corso presso la centrale di Mühleberg, ha fatto sapere il Dipartimento della Leuthard.
La decisione è stata presa dopo un incontro, in mattinata, con rappresentanti dell'Ufficio federale dell'energia e dell'Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN). Quest'ultimo è stato incaricato di procedere a una verifica anticipata della sicurezza degli impianti in Svizzera, informando regolarmente anche la popolazione.
Dovrà analizzare in modo approfondito le cause dell'incidente verificatosi in Giappone e di definire eventualmente nuovi o più severi standard di sicurezza, in particolare in relazione alla protezione contro i sismi e ai sistemi di raffreddamento delle centrali.
La responsabile del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) si tiene costantemente aggiornata sugli sviluppi in Giappone e riferisce ai colleghi di governo, precisa in un comunicato il DATEC. Gli esiti delle analisi degli esperti avranno ripercussioni sulla valutazione delle attuali centrali svizzere e dei nuovi impianti progettati.
Secondo quanto dichiarato dalla Leuthard ai media, «la priorità assoluta va alla sicurezza e al benessere della popolazione». La decisione di sospendere le procedure per nuove centrali, la cui durata è per il momento ignota, «è ragionevole», ha detto, riconoscendo che dopo quanto accaduto in Giappone la fiducia nell'atomo si è frantumata. Tuttavia non è il caso di cedere al panico o di trarre conseguenza politiche premature.
Gli esperti federali si tengono in contatto permanente con i colleghi internazionali, in particolare con l'Agenzia per l'energia atomica (AIEA), l'OCSE e l'UE. Attualmente essi considerano che per la Svizzera un sisma di magnitudo 7 sulla scala Richter, rappresenterebbe il rischio maggiore; in Giappone ha raggiunto quasi il grado 9.
A proposito della procedura di consultazione in corso presso i Cantoni, quelli che hanno programmato di tastare il polso alla popolazione sono liberi di farlo o di rinunciare, ha precisato la ministra.
Il prossimo 15 maggio Giurassiani e Vodesi si esprimeranno sulle nuove centrali previste a Beznau (AG), Gösgen (SO) e Mühleberg (BE). In febbraio il Gran consiglio vodese ha raccomandato, di misura, di votare «sì» ai tre nuovi impianti. Anche Friburgo ha preso posizione: il Consiglio di Stato ritiene che una sola centrale sia sufficiente, a condizione che venga completata da centrali a gas. Qui il popolo non verrà consultato.
Il governo neocastellano si è detto contrario a nuovi impianti nucleari, e sul tema dovrà ancora esprimersi il parlamento cantonale. Un eventuale referendum potrebbe sfociare nella consultazione popolare. A Ginevra e in Vallese è ugualmente possibile un simile scenario, mentre lo scorso 13 febbraio il 51,2% dei cittadini bernesi ha approvato, a titolo consultivo, la sostituzione della centrale di Mühleberg. L'autorizzazione generale dovrà comunque essere data dal Consiglio federale, e l'Assemblea federale potrebbe dare il suo benestare a partire dall'estate 2012. La decisione potrebbe venir sottoposta a referendum facoltativo.
fonte : ilsole24h
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