venerdì 5 novembre 2010

Il Destino di Trieste : un'enorme "seconda casa " per gente facoltosa

Viviamo in una città alla moda ? Direi di sì : ampie zone pedonali,
caffè gremiti, animazione notturna, concerti ed eventi.
Trieste ha la sua movida invidiabile e sembra una Grado, Porto Cervo,
Naxos durante la stagione di punta. In centro città, soprattutto con le
ore piccole, la gioventù la fa da padrona in una città di vecchi.
Posso dichiarare che non mi piace ? Posso aggiungere che è questa la gioventù a cui guardo ? Posso dire che il salotto buono della città mi pare uno specchietto per
le allodole ? Posso affermare che i grandi, iterati, compulsivi eventi
musical-culturali, li trovo degradanti ? Posso dire tutto questo senza passare per un triestino del no se pòl , geloso del ritmo appartato di una città che fu ?
Sull'onda dell' immagine di una Trieste alla moda, si è favoleggiato
sulle possibilità turistiche della nostra città. Lo dico onestamente :
io non ci credo.
Guardiamo in faccia la realtà. Non disponiamo di spazi o luoghi di grande impatto naturale. Non siamo nè Rimini nè Cortina. Dal punto di vista culturale non disponiamo di siti archeologici di grande portata, nè di musei di rilievo internazionale, nè di una struttura e di un tessuto urbanistico di respiro storico. Insomma : non siamo nè Munchen nè Vienna.
La nostra città, dal punto di vista artistico-culturale, è una sobria città neoclassica, vissuta sull'onda dell' affermazione borghese asburgica del 1800.
Ed è questa la lezione che non dobbiamo dimenticare.
Credo insomma che Trieste sia legata al senso degli affari, dello scambio commerciale, all' apertura verso l'Est e l'entroterra centro Europeo.( MittelEuropa insomma ). Non credo che ci voglia uno stratega dell' economia globale per capire
questo. Certo lungo questo crinale non è facile pensare ad un rilancio in grande stile, ma il <>, piuttosto che la "Barcolozza" ( elo dico con tutto il rispetto per questi progetti e queste iniziative e solo per citare un esempio ), non sono soluzioni credibili.
Io temo che Trieste diventerà un enorme pied a' terre, vale a dire una seconda città per gente facoltosa, dove chi ha denaro si comprerà la seconda casa, magari in centro.
Ho la sensazione che questa sia una tendenza già in atto. Austriaci, Sud Tirolesi, italiani del Nord, insomma chi ha qualche soldo da investire, si acquista un appartamento per soggiornare quando gli fa comodo, per un fine settimana o per seguire eventi come la "Barcolozza".
Un pò poco per la Città dei fu cantieri navali, del grande emporio del passato ( Asburgico ), delle grandi Compagnie assicurative : un pò poco.
E allora guardo il nostro porto, mentre la musica impazza in piazza Grande, e i nostri cantieri quando passo sulla Sopraelevata e gli imponenti edifici delle Compagnie d'Assicurazione che operano ormai da tempo fuori Trieste, guardo e vedo una grande testa e un corpo striminzito, come quello di una adolescente ormai già vecchio che non può più crescere.

M.C.

alcuni termini "aggiustati" da TSM : italianizzazione di "Trendy" e località alternative a quelle del testo originale, solo per motivi d'orgoglio campanilistico.

da Il Piccolo venerdì 05 novembre 2010 rubrica segnalazioni

2 commenti:

Anonimo ha detto...

io lo dico da anni.
troppo "riqualificazioni" mirate, nessun miglioramento sostanziale in periferia e zone semiperiferiche se non meri interventi di viabilità, strutture sportive e immobilità nel lavoro e nessun sviluppo reale della città.

Patrizia ha detto...

MC complimenti per l'analisi. Anch'io sostengo da decenni il tuo punto di vista. Noi abbiamo i mezzi e l'obbligo di cambiare questo stato di cose che non ci appartiene, anzi, che ci è stato imposto con l'inganno. W Trieste Indipendente.