MELFI - Vittorio Cilla ha due figli e 1.200 €uri al mese inbusta paga, assegni familiari compresi. Passa tutta la vita a realizzare sportelli che poi saranno montati su auto. E un poco gli sono girate. "Perché ho fatto un conto: questi signori che cumulano il doppio incarico, quello di parlamentare e di consigliere regionale, in un mese intascano quanto me in un anno intero. Mi sembra uno scandalo, una vergogna". Per questo l'operaio Vittorio prima è sbottato in mensa, poi ne ha parlato in macchina e in piazza: infine insieme con otto colleghi - tutti dipendenti della ****, l'azienda della **** di Melfi, o di ditte dell'indotto - ha deciso di prendere carta e penna edi scrivere al presidente della Repubblica. "Ci sentivamo umiliati e un poco ci vergognavamo anche" spiega Antonio. Loro cittadini lucani rappresentati da quattro consiglieri regionali (2 del Pd, 2 del Pdl) che, in attesa di scegliere, cumulavano incarico e indennità.
Ricordiamo che detta "pratica" avviene in altre circostanze e regioni. ( nota tsm.net )
"È proprio così difficile - hanno così scritto al Presidente della Repubblica insieme con Michele ,Antonio , Franco , Giovanni - avere norme che impediscano cose di questo genere? Come si può chiedere a chi percepisce 1.000 €uri al mese di vivere onestamente se poi lo Stato permette queste cose? Presidente, speriamo in un suo autorevole intervento affinché cose come queste e tante altre (negative) che caratterizzano la pratica politica non si verifichino, se si vuole che i cittadini tornino ad avere fiducia nei loro rappresentanti".
Una prima risposta c'è stata.
I deputati lucani hanno fatto sapere di aver già esercitato la scelta ("nel rispetto dei termini previsti dalla normativa"): resteranno a Roma, e il consiglio regionale ratificherà il tutto nella prossima seduta.
Ma soprattutto - dopo l'articolo di Repubblica di ieri che ha sollevato il caso dei 39 parlamentari che sono anche consiglieri regionali - la Giunta per le elezioni di Montecitorio ha accelerato le procedure: ieri ha inviato una lettera ai venti deputati chedevono risolvere la loro incompatibilità. Se non arriverà una risposta entro due settimane, richiederà l'intervento del presidente della Camera. Il Senato ha già inviato un "avviso" del genere.
Se ne dovrà fare una ragione un senatore siciliano. Lui è infatti uno e trino: oltre a essere stato eletto al Senato, è deputato della regione Sicilia e da poco anche assessore regionale ai Beni culturali. A ogni carica corrisponde un'indennità: tradotto, circa 30.000 €uri al mese. Fosse stato per lui, avrebbe continuato a fare tutto: ha inviato una memoria alla commissione, spiegando che la legge siciliana gli consentirebbe il triploincarico. Da Roma gli hanno detto di no, lui dovrebbe optare per Palermo. In altre Regioni, però, il cumulo dell'indennità non è possibile: in Puglia per esempio, grazie a una norma appena approvata.
Ma non significa che non avvenga.. e che dire dei parlamentari che sono già pubblici dipendenti ( dirigenti, professori alle università ecc ) e che continuano a percepire lo stipendio e fanno la guerra ai pubblici dipendenti da 1.000 €uri al mese ?
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